Statuto modificato a Torino: approvata la delibera d’iniziativa popolare per l’Acqua Pubblica
11.02.2010 12:35Torino, prima fra le grandi città italiane, ha dichiarato che l’acqua è un bene pubblico – privo di rilevanza economica – e come tale deve essere messo al riparo da leggi del mercato e gestioni a scopo di lucro. Modificato dunque lo statuto del comune capoluogo piemontese con l’approvazione della delibera di iniziativa popolare, approvata l’8 febbraio scorso dal Consiglio comunale, sostenuta da 12.000 firme raccolte dal Comitato acqua pubblica Torino.
Ecco il testo del nuovo articolo 71/bis: “In osservanza della Legge, la proprieta’ delle infrastrutture e delle reti del servizio idrico integrato e’ pubblica e inalienabile. La Citta’ si impegna per garantire che la gestione del servizio idrico integrato sia effettuata esclusivamente mediante soggetti interamente pubblici”.
Successo a metà quindi perchè, se la proprietà pubblica della rete viene garantita, la gestione del servizio è chiaramente ancora a rischio poichè l’articolo limita soltanto ad un impegno la città. Differenza significativa che lascia comunque uno spiraglio al processo di privatizzazione sancito dalla decisione del parlamento, con voto di fiducia imposto dal governo, a novembre, e più volte caldeggiato da Chiamparino, primo cittadino Torinese, interessato a fare cassa con i beni pubblici pagati dalle nostre tasche.
La delibera di inziativa popolare era arrivata in Consiglio comunale lunedì scorso con il parere favorevole di tutte e dieci le Circoscrizioni. La proposta di modifica dello statuto non ha raggiunto i due terzi dei voti favorevoli necessari per essere approvata in prima battuta. Sul voto ha pesato infatti l’astensione del sindaco Chiamparino, favorevole alla privatizzazione. Sono state necessarie quindi tre consultazioni favorevoli consecutive per raggiungere l’obiettivo.
Il percorso della delibera (durato più di un anno comprendendo tutta la campagna di raccolta frime) dimostra chiaramente che quando i cittadini si impegnano in prima persona anche al di fuori delle istituzioni, tramite gli istituti di partecipazione – delibere di iniziativa popolare, referendum – la loro voce è decisiva e può modificare, rallentare o intralciare il volere dei propri rappresentanti, qualora questo strida con il comune sentire e gli interessi della collettività. La strada della partecipazione va incoraggiata e facilitata a tutti i livelli, enti locali e Stato, per migliorare la condizione della nostra democrazia ammalata.
vedi anche Acqua Pubblica a Torino ed in Piemonte
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